Come si sta formando, oggi, la conoscenza ordinaria, cioè quella dei non esperti della materia, sulla psicologia e su temi e concetti che le sono più o meno associati?
Questa è la domanda attorno a cui ruota il mio libro Quando psicologia, web e marketing si intrecciano. Implicazioni per l’individuo e la società, pubblicato con Armando Editore (2024): una domanda che credo sia piuttosto importante, poiché tocca faccende umane complesse e delicatissime come il benessere e il disagio psicologici ma anche la mente, le emozioni, il comportamento, la relazione con l’Altro.
La mia ipotesi è che la risposta stia là dove la psicologia, il web e il marketing si incontrano: è qui, infatti, in questo intreccio, che spesso nascono i tantissimi contenuti digitali (cioè video, post, podcast e cose simili) che affrontano queste tematiche e di cui il web è oggi davvero sovrappopolato.
Questi contenuti digitali certamente riflettono valori e ideali sociali contemporanei o, potremmo dire, un certo “sentire comune” dei tempi. Ma possiamo pensare che essi, una volta – per così dire – approdati nel mondo offline, restino inerti, cioè che non producano qualcosa come degli effetti per le persone, per la società? O possiamo magari immaginare che essi possano concorrere, in qualche modo, a mantenere, a rinforzare, a diffondere certi modi di vedere le cose, certe tendenze dell’opinione comune su certi temi?
Mi interrogo, dunque, su come tutto questo – se lo fa – incontri le ragioni del disagio dei nostri tempi e dei nostri luoghi. E’ per questa via che arrivo a esplorare quello che, dal mio punto di vista, è uno dei nuclei di sofferenza oggi più diffusi, legato alla relazione con l’Altro e al modo in cui le relazioni vengono concettualizzate.
La seconda metà del libro entra allora in una tematica specifica: quella dei rapporti interpersonali. Mi interrogo su quali siano le rappresentazioni odierne circa le relazioni con l’Altro, per poi approfondire il caso particolare delle “relazioni tossiche”: una locuzione oggi usatissima, popolarissima e – io credo – non priva di risvolti su cui riflettere. Così arrivo a esemplificare le possibili implicazioni della diffusione in società di concetti che forse sono usati (anche) per rispondere a esigenze di marketing, cioè sulla base di ciò che “funziona” bene sul web e sui social.
Giungo, così, al termine dello scritto, in cui esploro quella che mi sembra una delle piaghe delle nostre società: la solitudine. Essa può prendere forme diverse: da quelle più nette e taglienti dell’essere isolato a quelle più sfumate e sopportabili di chi vive la sua solitudine in compagnia degli altri, ma non in comunanza. La nostra società sembra allevare individui soli, in cui non esiste la possibilità dell’appartenenza: del senso di essere parte di una totalità più ampia di se stessi e non semplice elemento di labili raggruppamenti umani.
Le Conclusioni del volume riprendono la questione, che percorre l’intero testo, dell’autopromozione online: divenuta spesso necessaria, essa andrebbe, tuttavia, “maneggiata con cura”. Da qui, una sorta di esortazione, rivolta in particolare alla mia categoria professionale di appartenenza, a interrogarci sempre sulle nostre pratiche.
Il libro si può acquistare sui principali store online (Amazon, Feltrinelli, IBS, Libreria Universitaria, ecc.), sul sito di Armando Editore e nelle librerie fisiche. Qui trovate un brevissimo video di presentazione:
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