Al giorno d’oggi, tutti abbiamo esperienza del fatto che si ricorre sempre più al Web per cercare informazioni di qualunque tipo. Ciò vale anche per argomenti che riguardano la scienza, la medicina, la psicologia. Se da una parte questo può rispecchiare il desiderio di capire qualcosa di più di noi stessi o del mondo che ci circonda, dall’altra può portare con sé il rischio di commettere alcuni errori, soprattutto quando manchino quelle conoscenze utili a orientarsi nella giungla di informazioni che popolano Internet, a valutare l’attendibilità di quanto si legge e a “inquadrarlo” e interpretarlo nel giusto modo.
Proverò a tracciare ora qualche “buona pratica” di base che aiuti a non incorrere in alcuni degli errori più comuni:
- accostarsi ai contenuti reperibili in rete avendo sempre chiaro che ormai chiunque può scrivere e pubblicare sul Web ciò che vuole e che, quindi, trovare un’informazione su Internet non significa che questa informazione sia necessariamente corretta o completa. E’ bene, quindi, sempre verificare su più fonti un’informazione, così come avere altri accorgimenti che possono aiutare a capire quale attendibilità e credibilità abbia quanto si è letto: ad esempio, si può controllare se l’Autore ha specificato le fonti da cui ha preso i dati o le informazioni che ha divulgato, e si può “allenarsi” a distinguere i dati dalle opinioni (vedi il punto successivo).
- Distinguere cose diverse: ad esempio, cercare di capire se l’Autore di un testo (un articolo, un post, un video) sta esprimendo un’opinione personale su una certa tematica o se sta riferendo, invece, una conclusione condivisa dalla comunità scientifica.
Può capitare che tali distinzioni non siano chiarite dall’Autore (che magari le dà per scontate), e questo può portare a dei fraintendimenti, soprattutto quando non vi sia una cornice di riferimento tramite la quale comprendere nel modo corretto quanto è scritto.
Per fare un esempio attinente all’ambito psicologico, anche una semplice affermazione su un certo disturbo può essere intesa come una “verità” che è stata “scoperta” in psicologia, se nel testo non viene specificato che essa riferisce invece, ad esempio, una possibile spiegazione o un possibile modo di vedere quel disturbo, che trova senso nell’ambito della cornice teorica di riferimento dell’Autore. - Tenere costantemente a mente che in rete c’è una grande offerta di contenuti che propongono una visione semplicistica (magari frutto del tentativo di risultare comprensibili anche a chi è profano della materia) di cose in realtà molto complesse, con il rischio che se ne favorisca una visione banalizzata, se non distorta e poco realistica. Nella comunicazione su tematiche psicologiche, ne sono un esempio le “ricette per vivere felici” o i “pochi e semplici passi per sconfiggere l’ansia”, di cui il Web è pieno. E’ sicuramente difficile comunicare ciò che riguarda una disciplina in modo chiaro e accessibile a chi non abbia una formazione in quell’ambito, ma semplificare eccessivamente non è la scelta corretta (e, nel caso della psicologia, può rischiare anche di offrirne una visione vicina al buon senso e di portare a conseguenze dannose).
- Se si cercano informazioni su sintomi, malattie o disturbi, rifuggire dalla tentazione di fare un’auto-diagnosi. E’ molto facile che, leggendo descrizioni di disturbi ed elenchi di sintomi (fisici o psichici), ci si “ritrovi” in essi e ci si “diagnostichi” da soli quel dato disturbo o quella malattia. E’ altrettanto facile, però, che queste auto-diagnosi non siano corrette, dal momento che per fare una diagnosi occorrono delle competenze specifiche (pertanto, bisogna sempre rivolgersi ad uno specialista). Diagnosticarsi qualcosa che non si ha, o anche non diagnosticarsi qualcosa che invece si ha, può portare a conseguenze non desiderabili come, ad esempio, preoccuparsi quando non servirebbe (o sentirsi sollevati se non ci si è riconosciuti nella sintomatologia letta e quindi lasciar perdere la faccenda, quando invece bisognerebbe porvi maggiore attenzione) o ricercare soluzioni e rimedi non appropriati (per approfondire il tema della diagnosi psicologica, cliccare qui).
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