La consulenza psicologica (o counseling) comprende tutte le attività caratterizzanti la professione psicologica, e cioè l’ascolto, la definizione del problema e la valutazione, l’empowerment, necessari alla formulazione dell’eventuale, successiva, diagnosi.
Lo scopo è quello di sostenere, motivare, abilitare o riabilitare il soggetto, all’interno della propria rete affettiva, relazionale e valoriale, al fine anche di esplorare difficoltà relative a processi evolutivi o involutivi, fasi di transizione e stati di crisi anche legati ai cicli di vita, rinforzando capacità di scelta, di problem solving o di cambiamento. (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, La professione di psicologo. Declaratoria, elementi caratterizzanti ed atti tipici, 05/06/2015)
Così l’Ordine degli Psicologi ha definito la consulenza psicologica. In linea generale, essa può essere identificata con quel percorso finalizzato a comprendere la situazione della persona (o della coppia o della famiglia) e a definire il problema; in tal modo, permette di individuare le possibilità di intervento che si valutano come più opportune ed utili in quel caso specifico. Può, quindi, portare alla proposta, da parte del professionista, di una psicoterapia (individuale, di coppia o familiare).
L’intervento psicologico online
La possibilità di utilizzare il web per le prestazioni psicologiche non è stata una novità portata dal periodo dei primi lockdown legati alla pandemia di Covid-19: infatti, l’intervento psicologico online, attraverso piattaforme che consentono di effettuare videochiamate, era una pratica diffusa già da diversi anni, soprattutto negli Stati Uniti. Certamente, tuttavia, con la pandemia si è verificato un ulteriore incremento di questa modalità, che è stata vista in certi casi con un certo scetticismo, in altri con un interesse rivolto principalmente ai vantaggi che essa può offrire. Vediamone alcune caratteristiche.
Stiamo parlando di sedute che si svolgono a distanza attraverso l’uso delle tecnologie di comunicazione. Gli incontri avvengono quindi online, usando le consuete e ormai note piattaforme che consentono di effettuare videochiamate.
Le maggiori criticità rispetto alle sedute a distanza sono forse quelle legate allo scetticismo che può esserci circa la loro efficacia. Questo scetticismo può essere dovuto al fatto che generalmente si dà per scontato che, per instaurare una buona relazione, sia indispensabile la vicinanza (cioè la compresenza) fisica del paziente e dello psicologo/psicoterapeuta. Inoltre, le sedute a distanza potrebbero rivelarsi inizialmente disagevoli per chi ha poca familiarità con le nuove tecnologie e potrebbero in alcuni casi far pensare a una maggiore fatica nell’entrare in relazione e nel costruire una fiducia reciproca. L’efficacia delle sedute online è stata tuttavia ampiamente provata (vedi dopo).
Le sedute a distanza comportano certamente alcuni vantaggi: ad esempio, sono più accessibili, nel senso che annullano gli ostacoli che possono essere incontrati dalle persone che hanno difficoltà di spostamento per motivi di salute o problemi legati a disabilità. Le sedute online possono essere preferibili anche per le persone che vivono in zone povere di servizi psicologici e possono rivelarsi utilissime per svariate categorie di lavoratori con particolari esigenze e orari: basti pensare a chi per lavoro viaggia molto e, dunque, trovandosi spesso in città o addirittura Paesi diversi, avrebbe difficoltà a recarsi fisicamente con regolarità presso lo studio dello psicologo o psicoterapeuta.
Gli interventi psicologici online consentono anche di scegliere uno psicologo o psicoterapeuta a prescindere dalla città in cui esercita.
L’efficacia degli interventi psicologici online è stata dimostrata.
La “Commissione Atti Tipici, Osservatorio e Tutela Della Professione” del CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi) nel 2017 ha prodotto il documento Digitalizzazione della professione e dell’intervento psicologico mediato dal web. In esso si afferma che «la ricerca empirica, in particolare nel campo della psicoterapia ha fornito una mole impressionante di dati riguardo l’efficacia degli interventi mediati dalle nuove tecnologie» (p. 49). Viene poi citato come esempio lo studio di review di un noto ricercatore (Gerard Andersson, 2016), pubblicato sulla rivista Clinical Psychology Review. Il documento del CNOP riassume così: «in questo studio l’autore raccoglie i risultati degli ultimi 15 anni riguardo gli interventi psicologici e psicoterapeutici condotti via internet i quali si sono rivelati efficaci per un ampissimo spettro di condizioni psichiatriche e di sintomatologie somatiche in più di 100 studi controllati (RCT)» (p. 50).
Sì, sarebbe bene avere qualche accorgimento per poter svolgere le sedute online. Prima di tutto, occorre fare in modo di tutelare la propria privacy: dunque, se non vivete da soli, è necessario scegliere una stanza della casa in cui sappiate di poter stare tranquilli e di non essere ascoltati o interrotti da familiari o altri coinquilini.
Proprio come nelle sedute in presenza, sarebbe poi opportuno non avere fonti di distrazione e, quindi, spegnere per esempio il telefono ed eventuali altre applicazioni aperte nelle vostre vicinanze (come la posta elettronica o i social media). In questo modo, sarà possibile essere concentrati sulla seduta e trarne maggiore vantaggio.